“Nuovo inganno ai danni degli allevatori sardi. In questi giorni stanno giungendo a molte attività agricole della Sardegna le notifiche dei nuovi calcoli ministeriali, Agea, sulle superfici agricole. Non solo non è stata risolta ma la situazione del cosiddetto refresh, la superficie utile agricola, si sta notevolmente aggravando. Da quanto sta emergendo da una prima ricognizione, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, gli allevatori si vedrebbero dimezzate le superfici di calcolo sui premi agricoli in considerazione del fatto che in base a nuovi rilievi attivati dall’agenzia dei pagamenti di Roma, si continuerebbe a considerare tara, ovvero superficie non utilizzata, anche, per esempio, il diametro delle chiome degli alberi o il cespugliato. E’ evidente che non si sta tenendo conto della condizione dei pascoli della Sardegna che in molti casi avvengono proprio nelle superfici boscate o parzialmente boscate. Sottrarre quelle superfici significa incentivare non solo la desertificazione ma anche e soprattutto la qualità del pascolo stesso. Si tratta di un pericolo gravissimo e ulteriore per il sistema agropastorale della Sardegna”.
Lo ha denunciato stamane in un’interrogazione parlamentare il deputato sardo di Unidos Mauro Pili che ha chiesto l’immediato intervento del Ministro su questa vicenda che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio il sistema agricolo sardo.
“Si tratta di un calcolo che punta ancora una volta a penalizzare ulteriormente il settore agropastorale della Sardegna – sostiene Pili – escludendo migliaia e migliaia di ettari dai contributi comunitari a favori di altri. Le aziende agricole sarde, in particolare quelle delle zone interne, rischiano di perdere imponenti risorse con il rischio di vedersi decurtare i premi già ricevuti e pagare anche eventuali sanzioni. L’allarme di questi giorni lanciato da numerosi operatori e tecnici agricoli rischia di generare un abbandono ulteriore di importanti aree agricole dell’isola. Domande del PSR e del Premio Unico (da sommarsi alle innumerevoli domande bloccate da anni) rischiano non solo di essere completamente bocciate ma di far scattare sanzioni. E’ evidente che si continua a penalizzare il sistema di pascolo della Sardegna senza tener conto della reale situazione, oggettivamente non assimilabile ad altre realtà. Non tutta l’agricoltura può essere in pianura – ha scritto Pili al ministro – e il mantenimento del presidio agricolo nelle zone interne della Sardegna è fondamentale non solo sul piano produttivo ma anche su quello ambientale e naturalistico”.
“Il ricalcolo che sta effettuando l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) della Banca dati grafica, il Sistema Informativo Geografico (GIS), ignora ancora una volta questo elemento fondamentale del calcolo delle superfici utili. E’ semplicemente inaccettabile che il calcolo dell’uso agricolo venga meramente affidato ad un rilievo fotografico aereo, ignorando che sotto quella chioma di alberi, nelle zone interne della Sardegna ci sono attività fiorenti e produttive. Il fascicolo aziendale e quindi il valore delle attività non può essere affidato ad una valutazione aerea perché è fin troppo evidente che verrebbero colpite attività consolidate e che utilizzano l’intera superficie come suolo agricolo. Il ministro – ha concluso Pili – deve immediatamente rimuovere questo ulteriore danno all’agricoltura sarda e la regione deve svegliarsi da un torpore grave che sta letteralmente devastando il sistema agricolo della Sardegna”.
caro Pili e proprio per’che le regioni province e comuni sono affidati a gente incapace che si arriva a quanto descritto,un po di buon senso da parte di regione province e comuni non gusterebbe , abbiamo tecnici capaci (non scalda sedie che da anni presiedono le amministrazioni) in grado di gestire ogni situazione , ma per qualche voto in più questo viene sistematicamente ignorato.