VILLACIDRO. Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine: la nostra politica è politicante e strumentalmente aggressiva. Se poi si tratta di puntare l’indice contro i giornalisti, la capacità di calcolo del “danno di diffamazione” è talmente rapida che se lo fosse altrettanto per risolvere i problemi, il Paese starebbe meglio. E quando è il giornalista a subire il danno? Tutto tace. Persino la nota di un legale si nasconde sotto i rifiuti. “Diffido formalmente la Villaservice s.p.a, in persona della sua presidente, Manuela Collu, e invito i Comuni soci, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e poteri, a provvedere tempestivamente, con i mezzi ritenuti più opportuni e, comunque, quantomeno equivalenti a quelli già utilizzati, alla rettifica del verbale del Consiglio comunale di Arbus, nella parte in cui il giornalista, Gianluigi Deidda, viene accusato dalla Presidente su presunti ‘…accordi di non pubblicazione del video da lui girato all’interno della Villaservice, durante il sopralluogo del 17 agosto 2016”. Deidda, tramite il suo legale di fiducia, Fabio Basile, diffidava così la Villaservice. La nota proseguiva con “l’avvertimento che, in ipotesi contraria, tutelerò i diritti e l’immagine, personale e professionale, in tutte le sedi competenti”. Concludeva con l’auspicio per “una composizione stragiudiziale della vertenza e, per il futuro, un maggior rispetto della persona e di tutta l’attività giornalistica”. Era il 22 novembre del 2016, tre mesi fa. Fosse arrivato un segnale, uno solo, dalla Collu e dai sindaci dei Comuni interessati: Villacidro, Guspini, Arbus, Sanluri, Gonnosfanadiga. Se non altro per il rispetto che si deve a chiunque svolga un lavoro, a un cittadino che paga le tasse, alla stessa Democrazia. Nulla: né una riposta al legale, né al giornalista. Silenzio assoluto. Zero meno. Avessimo toccato loro, i politici, guai a non rispettare il copione: minacce e smentita subito.
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