Mentre racconta la disavventura, Deodata Figus trema come una foglia, le sembra di rivivere quegli istanti. Si è sentita indifesa, in balia di chi, senza alcun riguardo, le ha sfilato di tasca una somma non indifferente, per lei che percepisce la bellezza di 480 euro di pensione.
VILLACIDRO. Le hanno rubato in pochi minuti 800 euro, i risparmi che lei aveva faticosamente messo da parte nell’arco di diversi mesi. Con la scusa di controllare una perdita d’acqua, due ladri in doppiopetto sono riusciti a carpire la buona fede di una vedova. A ottantasei anni, portati con una dignità d’altri tempi, ne sapeva e ne aveva sentite abbastanza per non fidarsi degli sconosciuti. Per prudenza, non apriva il portone della sua casa in via Leni a nessuno, senza prima chiedere “Chi è?”. Ma venerdì scorso, complici i lavori per lo smantellamento del vecchio rifornitore nella vicina piazza S’Osteria, ha ceduto alla proposta di fare una verifica. Un “signore” sulla cinquantina, alto almeno 1 metro e 75, ben piazzato e bene abbigliato (“no fiada bistiu de operaiu”, racconta lei) verso le dieci del mattino ha bussato al cancello di Deodata. L’uomo con la giacca elegante parlava in campidanese e ha subito avvertito che in piazza avevano combinato un guaio sulle condotte principali dell’acqua. Ha pure spiegato che la casa vicina era già allagata, per questo veniva a controllare se ci fossero danni o perdite. La padrona di casa si è subito ricordata che in passato era successo veramente qualcosa di simile nella vicina tipografia.
Folgorata dalle buone maniere e dal dialogo confidenziale, Deodata ha aperto allo sconosciuto, che le ha subito chiesto di poter verificare i rubinetti. Poi, mentre l’individuo fingeva di controllare il contatore sul muro esterno, la sua vittima ha notato in fondo al vicolo un altro uomo mai visto prima. Il truffatore gentile non le ha dato il tempo di preoccuparsi: “Voleva sapere se in casa avevo altri rubinetti, gli ho risposto di no, perché non mi fidavo più di tanto. Ma ha insistito, me lo ha ripetuto ancora e alla fine gli ho detto che ce n’era uno di sopra”. Accompagnato al piano superiore dalla proprietaria, il finto tecnico le ha chiesto di chiudere il rubinetto della lavatrice, per fare una prova di tenuta.
A quel punto il furbastro ha preso il telefono, mettendo in scena il suo pezzo forte: “Gigi, mandamindi s’acqua a tottu pressioni”, ha detto, fingendo di rivolgersi al suo compare. Che non era poi così lontano, perché approfittando del cancello lasciato aperto, il complice si è infilato nel cortile e ha immediatamente individuato la porta di accesso alla camera da letto. Una volta dentro, in pochi secondi ha aperto il guardaroba di Deodata, trovando una busta da lettera con 500 euro e una seconda che ne conteneva altri 300. Lesto com’era arrivato, se l’è filata prima che la padrona di quei sudati risparmi tornasse al piano terra. Sollevata per lo scampato pericolo di allagamento, l’anziana donna ha pranzato serenamente, concedendosi un riposino pomeridiano, seduta davanti al caminetto: “All’improvviso ho cominciato a ripensare a quello che era successo la mattina. D’un tratto mi è venuto un dubbio e sono subito entrata in camera da letto”. Qui ha notato che l’appendiabiti da terra, con la sua camicetta e la giacca, era scostato dal guardaroba: “Non era come lo lascio di solito. Mi è venuto un tuffo al cuore, ho aperto e ho trovato le buste al loro posto, vuote! Mi sono sentita mancare, ho urlato chiamando la vicina”.
La vicina di casa è immediatamente corsa da lei: “Credeva mi avessero ucciso il gatto, ci sono molto affezionata, mi tiene compagnia da quando sono vedova. Le ho raccontato tutto e sono scoppiata in lacrime. Ho chiamato anche mia figlia e mia nuora al telefono. E mi sono data della stupida, per aver creduto a quegli imbroglioni”. I familiari, dopo aver verificato che non mancasse altro oltre al denaro, hanno denunciato il furto ai carabinieri.
Probabilmente Deodata non è l’unica vittima della diabolica coppia. Gli autori del cosiddetto furto con destrezza potrebbero essere gli stessi che, un mese prima, hanno bussato proprio alla porta della sua vicina: “Si erano presentati come incaricati del Comune, venuti a portare i nuovi contenitori per la racconta dell’olio esausto”, racconta la figlia della vicina di Deodata: “Però mamma rispose dalla finestra, senza aprire la porta, non si fidò e loro andarono via”. Stavolta ai ladri in giacca elegante è andata decisamente meglio.
Simone Nonnis