Un recente reportage fotografico aveva messo in allerta gli uffici della Provincia.
“L’istituto agrario, l’ex Sante Cettolini, è un istituto sicuro”. Questo l’appello dell’assessore alla pubblica istruzione della Provincia del Medio Campidano, Gianluigi Piano. Lo stato di salute dell’istituto secondario per la sperimentazione agricola, unico nel suo genere nel territorio provinciale, sembra essere paragonabile a quello di un malato terminale.
Oltre un mese fa, su invito del consigliere provinciale Dario Piras, realizzammo un reportage fotografico all’interno dell’istituto agrario, in particolare sullo stato in cui versano le strutture adiacenti lo stabile dove si svolgono le lezioni degli studenti.
“Questa scuola nasce come azienda agricola” afferma Piano, “Le strutture che avete fotografato non hanno nulla a che vedere con l’istituto”. L’assessore precisa che “l’amianto verrà rimosso in tempi strettissimi”.
Villacidro.info – martedì 31 maggio 2011
Sarà tutto vero?
Ma come è possibile che delle strutture all’interno non abbiano niente a che vedere con l’istituto? Se l’istituto Cettolini ha funzionato in passato come convito, aveva laboratori ecc, si presume che queste strutture abbandonate siano nate con la scuola per avere una funzione. Se ora sono abbandonate penso che ci si debba preoccupare di uno scadimento generale delle funzioni dell’istituto e non liquidare la facenda in questo modo.
Se ho una bellissima casa con giardino, e metà delle stanze ed il giardino sono abbandonati, pieni di rifiuti ecc, non sto valorizzano a pieno la casa (che va vista nell’insieme), tant’è vero che uno stabile tenuto bene nell’insieme a sicuramente un valore superiore. Mi pare evidente che nella scuola agraria si sia proprio dissipato un grande capitale e creato uno stato di degrado, e quindi mi suona proprio strano che ci si limiti a constatare che le aule sono apposto. Se il livello di attenzione generale della provincia ai problemi è questo, ad amministratori siamo proprio messi bene.
Quando una casa la erediti, tuo malgrado, in pessime condizioni è chiaro che devi valutare quali sono le priorità e intervenire un po’ alla volta a seconda delle possibilità economiche. Questo credo che succeda sia in una famiglia che in un ente… Quella scuola, e tutti i caseggiati, sono nati come azienda agricola per poi diventare in un secondo tempo una scuola agraria… Per far fronte a tutti quei restauri ci vorrebbero somme ingenti, difficilmente reperibili. Avendo lavorato in diverse scuole della Provincia del Medio Campidano anche quando ancora appartenevano alla provincia di Cagliari ti assicuro che la differenza c’è e si vede. Magari sarebbe bello non sparare a zero sugli amministratori in quanto tali… Con meno qualunquismo forse riusciremmo a vedere anche le molte cose positive che abbiamo ottenuto grazie agli interventi della provincia.
Il mio sparare a zero sugli amministratori in modo generalizzato è inevitabile. E chiaro che lo stato di abbandono in cui versa il Cettolini non è imputabile alla provincia, perché derivato da un lungo periodo di amministrazione del bene pubblico da parte degli organi istituzionali che da tanti anni lo hanno amministrarlo a vario titolo. Chi ha un ruolo istituzionale dovrebbe mettere da parte la visione del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto e partire dello spaccato della realtà, che esige sempre un analisi complessa per poter affrontare i problemi in modo organico. Quindi più che generalizzare sugli amministratori in quanto tali, la critica è sul vecchio e persistente metodo politico di vedere ed affrontare i problemi con il metodo del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. L’azione politico-amministrativa, da troppo tempo, propende alla realizzazione di opere, senza averne valutato l’utilità nello specifico contesto sociale ed i costi per la gestione, per poi abbandonarle o limitarsi a piccoli rattoppi, a cui si deve fare fronte con i fondi sempre più risicati. Sia l’ass. Piano che il consig. Piras dovrebbero rinunciare alla loro visione contrapposta del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto e presentare lo stato reale e ben più complesso (non solo delle strutture) in cui versa la scuola, e le loro idee per un rilancio fattivo e duraturo.
Non credo di aver colto il senso del “Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto”. Concordo con te quando dici che la scuola avrebbe bisogno di un rilancio, ma per farlo ha bisogno di finanziamenti e, soprattutto, di alunni. Quella scuola viene sistematicamente snobbata sia dagli ragazzi che dai genitori, tanto da avere una desolantemente bassa richiesta di iscrizioni. Questo almeno non possiamo imputarlo ne all’Assessore Piano ne al consigliere Piras…E se si pensa alla mannaia che sta cadendo sulle istituzioni scolastiche, sembra quasi un miracolo che riescano a tenerla aperta e agibile. Permettendo anche ai pochi che intendono frequentarla di farlo tranquillamente.
Si può vede il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, ma nella realtà si tratta di un’identica condizione di partenza definita in modo diverso.
anche percepita in modo diverso.
Uno ispira pessimismo l’altra ottimismo e questo fa la differenza
Sia essere ottimisti che pessimisti hanno i loro pro e contro nella soluzione dei problemi. L’ottimismo è una buona cosa e può essere il motore per la soluzione dei problemi, ma diventa dannoso se porta a sotto valutarli ed analizzarli in modo superficiale. Il pessimismo può creare uno stato di scoramento e di stallo, ma, all’opposto, può anche spingere ad approfondire e risolvere con più energia un problema. I risultati possono quindi essere gli stessi partendo da impressioni diverse, mentre è necessario che il lavoro e le decisioni, partano dalla condivisone di una base oggettiva comune, che non può essere costruita su sensazioni ma su datti derivanti da un’analisi del problema. Prima di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, sarebbe meglio soffermarsi per conoscere tutto il bicchiere ed il contenuto, anche perchè un bicchiere quasi vuoto può contenere elementi che gli conferiscono un valore qualitativo superiore a quello del bicchiere completamente pieno. In altri termini, se voglio programmare delle opere o dei servizi in modo razionale ed efficace, non importa che abbia la sensazione di essere ricco o povero, ma è decisivo il capitale a disposizione ed un’adeguata conoscenza di tutti i fattori rilevanti (dando per scontato che si abbiano le capacità di mettere insieme gli elementi). Il mio discorso può sembrare a tratti banale e scontato, mà ,quante interminabili discussioni vengono fatte su elementi inconsistenti? e quante decisioni vengono prese senza avere approfondito adeguatamente i problemi?