Si è concluso ai primi di giugno il percorso che gli studenti del circolo didattico statale di Villacidro “Giuseppe Dessì” hanno intrapreso ad Aprile sull’importanza della biodiversità locale.
Il progetto “Il mio Ambiente parla Sardo”, finanziato dall’assessorato della difesa dell’ambiente della Regione Sardegna, tramite il bando per il finanziamento di azioni di educazione all’ambiente e alla sostenibilità rivolto alle scuole pubbliche” ha visto coinvolte le classi prime, seconde, quinte e qualche terza della scuola primaria, in un percorso di approfondimento della salvaguardia della biodiversità autoctona non solo come strumento per tutelare l’ambiente, ma anche per garantire lo sviluppo di un corretto benessere psicofisico del corpo attraverso la valorizzazione di alimenti che permettano una sana e varia alimentazione basata su prodotti locali a km zero.
La tematica è stata sviluppata dalle educatrici di Remmondo sia in modo teorico (didattica multimediale) che pratico (sperimentazione-laboratoriale) attraverso lo studio di due casi tipici:
- le api come indicatori biologici fondamentali e attori indispensabili nella salvaguardia della biodiversità
- l’ulivo e le varietà autoctone da salvaguardare
Un accento particolare è stato posto nel sottolineare la perfezione dei cicli naturali, mostrando come nella produzione di olio e miele non vi siano sprechi ma tutto possa essere riutilizzato, ed evidenziando l’importanza della riduzione e del riciclo dei rifiuti nei processi antropici.
Al progetto hanno aderito come partners: il comune di Villacidro, la Provincia del Medio Campidano,la Camera di Commercio di Oristano, Adiconsum Sardegna, Altroconsumo, Ente Foreste della Sardegna,Remmondo, alcuni produttori locali di olio e miele. La manifestazione conclusiva, scuole aperte, ha visto la scuola come punto di incontro tra la comunità tutta e l’indotto pubblico e privato che lavora per la salvaguardia ambientale. Notevole è stata la partecipazione delle famiglie a tutte le attività della giornata, in particolare per il concorso culinario dove si sono impegnate non solo per realizzare piatti della tradizione sarda, a volte accompagnati dalle relative ricette spesso illustrate in forme veramente artistiche,.ma anche per allestire scenograficamente gli stand espositivi. Come premio per il concorso e per la degustazione dell’olio e del patè di olive fatto lì per lì dai bambini, sono state utilizzate anche le bottiglie di olio fornite dalla Camera di Commercio di Oristano. Piante autoctone donate dall’Ente Foreste della Sardegna, sono state piantate nel giardino della scuola a ricordo dell’iniziativa.
Villacidro.info – 24 giugno 2011
ottimo ,gli studenti,dovrebbero essere sempre più coinvolti in questo tipo di iniziative.complimenti agli organizzatori.
Visto che si vuol difendere, a prescindere da quel che comporta, la tradizione culinaria sarda, la prossima volta dovreste far vedere ai bambini quanto si diverte l’agnellino o il maialetto mentre lo si sgozza.
Concordo,retaggio di una cultura ,in questo caso.direi barbara.A proposito oggi su repubblica c’e’ un ‘intera pagina dedicata alla legge approvata in Inghilterra che vieta l’uso degli animali negli spettacoli circensi.Bell’esempio di civilta’!
ma scusate non esiste una legge che regola il massacro degli animali?
Io non capisco perchè siano obbligati solo i musulmani e gli ebrei a seguirle
e non i cattolici che usano lo stesso sistema.
La tradizione culinaria sarda intesa come strumento per riscoprire e valorizzare le qualità auctotone sia animali che vegetali, vedi le api (grandissimi indicatori di qualità dell’ambiente) con le loro inumerevoli qualità di miele (al fiore si SULLA, CORBEZZOLO, TIMO, ASFODELO,…) che caratterizzano il ns territorio, per non parlare del loro ruolo nel ciclo animale e vegetale…
Scusate ma credo si sia perso di vista il punto centrale del progetto:salvaguardare i prodotti locali, biologici a km0, e il particolare ambiente che li ha prodotti. Oltre a questo sensibilizzare i ragazzi ad una corretta alimentazione che faccia sempre meno uso di merendine e similari.
Appunto, non basta che un prodotto sia locale per meritare di essere salvaguardato. Io spero che la tradizione di uccidere gli agnelli e i maiali a pasqua e natale sparisca al più presto. Non merita di essere salvaguardata solo perchè locale.
Inoltre credo che questi progetti ecologici siano deboli perchè non si parte dal centor del problema, cioè l’antropocentrismo. Vuol dire, per essere chiari, che bisognerebbe far capire che l’uomo non è al centro della natura e che quindi non può arrogarsi il diritto di dominarla e piegarla al suo servizio. L’uomo è parte della natura, non sta nè sopra nè sotto. Se i bambini capiscono questo, tutto il resto va come logica conseguenza. Le civiltà considerate più “incivili” e “primitive” questo lo capivano, e lo capiscono tutt’ora (quelle poche civiltà che ancora oggi hanno la fortuna di vivere in questa maniera), per questo vivevano in diretta simbiosi con la natura. Se non si fa questo temo ce questi progetti servano a ben poco. Non dico servano a niente, ma a poco sicuramente sì…
Approvazione totale.